Monday, November 16, 2009

Aosta romana

AOSTA ROMANA




Martedì, 27 Ottobre 2009 siamo andati ad Aosta per vedere i resti dei Romani.
Abbiamo incontrato la nostra guida Elisabetta che ci ha presentato il programma della giornata.
Innanzitutto ci siamo presentati perché c’erano altre due scuole di Villeneuve e Aosta, eravamo circa 30 bambini.
Ognuno di noi ha anche detto che cosa gli piaceva fare di più.


La prima cosa che siamo andati a visitare é stata la villa di un ricco Romano. Questa villa è stata costruita sulla collina di Aosta.Hanno scelto questo posto perché era molto soleggiato,era a due passi della città e vicino alla strada del Gran San Bernardo. Non abbiamo proprio visto la villa ma la sua mappa cioè la base.



All’ingresso, che si chiama atrio, c’era una vasca per raccogliere l’acqua.
Adesso si vede ancora un buco.
Vicino all’ingresso si trovava la sala da pranzo in cui c’erano 3 panche-divano disposte di U con in mezzo un tavolino per posare il cibo.
Gli uomini per mangiare stavano sdraiati, o meglio "spaparanzati ",purtroppo le donne dovevano stare più composte. Di solito il padroni di casa si sistemava sulla panca divano centrale.
I ricchi Romani avevano anche le terme in casa, composte da tre camere :lo spogliatoio ,la stanza tiepida o “Tiepidarium”e la stanza con una vasca d’acqua calda, “Calidarium”. Sotto questa stanza c’erano due pavimenti tra quali circolava aria calda. Adesso si vedono delle pile di “quadretti” rossi che trattenevano il calore.
Il caldo del pavimento arrivava dal forno della cucina attraverso un foro nel muro che si vede ancora.
La cucina quindi era vicino alle terme così il fuoco serviva sia per riscaldare sia per cuocere i cibi che venivano posti su una specie di griglia. I magazzini avevano il pavimento fatto da blocchi che proteggevano i cibi dall’umidità.
Le camere da letto erano molto piccole ma belle .Erano ricoperte di stoffa e tappeti .La camera era una stanza privata dove uno poteva rimanere da solo:non c’era neanche una finestra.

La biblioteca studio era un posto molto bello dove tenevano i libri ,studiavano,leggere,e a volte qui avvenivano degli incontri con persone importanti. Era l’unica stanza dove c’erano le piastrelle.
Dentro la villa faceva molto freddo perché così si conservano meglio i reperti.
Anche se si gelava è stato molto interessante.


Poi siamo andati sul vecchio ponte Romano Elisabetta ci ha detto di chiudere gli occhi e di immaginare di essere dei Pretoriani arrivati ad Augusta Pretoria Salassorum dopo aver fatto un lungo cammino.
È stato divertente!
Un tempo sotto il ponte passava il Buthier ma con il passare degli anni il fiume si è spostato!
La nostra guida ci ha fatto vedere un disegno dell’arco d’Augusto al tempo dei Romani e ci ha chiesto di scoprire le differenze con quello che vediamo oggi.
Una volta l’arco d’Augusto era circondato da campi perché era stato costruito al di fuori della città. Sotto ci passava la strada che arrivava fino alla Porta Pretoria ed entrava nella città. L’arco non aveva un tetto ma c’erano tante scritte. Ai lati c’erano delle statue che sono andate perdute e sicuramente non c’era ancora il crocifisso perché Gesù doveva ancora nascere.
Al giorno d’oggi l’arco è circondato da una strada dove passavano le macchine. Dal ponte Romano non si vede più la Porta Pretoria ma solo case e negozi.



Dopo mangiato siamo andati a vedere la Porta Pretoria .
Essa è costruita in puddinga, una specie di pietra fatta con ghiaia e fango raccolto dai Romani sulla riva della Dora, nei pressi di Gressan. Le decorazioni invece erano di marmo scolpito. Oggi si vedono solo in parte le torri che c’erano ai lati .
Ci sono sei porte: quattro porte piccole in cui passavano gli uomini e due grandi sotto le quali passavano i carri.

Una volta per chiudere la porta c'era anche un camcello di ferro con delle inferriate gigantesche. Vicino alla Porta Pretoria c'è il teatro.

Anche questo è stato costruito con la puddinga, un materiale che non patisce vento e sole, ma si sgretola con la pioggia. Gli archeologi quindi hanno dovuto picchiettare i blocchi di pietra per "sentire" dove erano bucati. I bambini delle materne hanno detto che questi massi avevano le "carie" perché erano pieni di buchini. All'interno dei piccoli fori hanno messo un materiale speciale per chiuderli e i davanzali degli archi li hanno ricoperti di uno strato che assorbe l'acqua.

Le scalinate del teatro erano alte quasi come le mura cioè 22 metri.

I primi scalini erano più grandi e li potevano usare i più ricchi che si sdraiavano e stavano più comodi.

In fondo alle scalinate,c'era un semicerchio in cui si disponeva l'orchestra.

Poi c'erano il sipario,il palcoscenico e gli spogliatoi. Il sipario veniva aperto e chiuso con un sistema di pesi che i romani sapevano usare bene.
Doveva essere veramente grandioso questo posto!È uno dei pochi teatri chiusi risalenti a quel periodo storico.
Al tempo dei Romani c’era anche un ’anfiteatro ma oggi non rimane molto di quella struttura. A differenza del teatro l’anfiteatro aveva forma circolare e assomigliava ad uno stadio. Lì facevano combattimenti con le bestie feroci mentre nel teatro rappresentano tragedie e commedie.



Infine ci siamo diretti verso il criptoportico forense.
Questa struttura sotterranea sosteneva i portici della piazza del foro che aveva la forma a U.
Era un luogo di incontro ci facevano mercati e feste ma era anche un luogo tranquillo. La nostra guida Elisabetta ci ha fatto fare il serpentone per osservare bene il criptoportico e per ascoltare la musica che usciva dagli altoparlanti sul pavimento.
Per alcuni è stato rilassante mentre altri hanno avuto quasi para!


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